giovedì 20 agosto 2009

Come


Come goccia che cade dal cielo ...

Come foglia che sotto la pioggia respira di fresco ...

Come bosco che profuma di fine acquazzone ...

Come piccolo raggio di sole che filtra tra nubi ancor nere ...

Come soffio di labbra socchiuse su un piccolo fiore.

lunedì 9 marzo 2009

Il profumo delle lucciole ed una eterna ghirlanda brillante


prima di tutto, visto che su FB la battuta è arrivata subito, non mi sto riferendo alle lucciole intese come signorine che illuminano la notte per qualche persona sola, bensì mi riferisco al genere di piccoli insetti coleotteri appartenenti alla famiglia dei Lampyridae (WOW ... potenza di google e wikipedia !) ... e che sono appunto nominati nel titolo dello spettacolo teatrale che Paolo Villaggio ha portato in scena qui a Roma in questi giorni e che io sono andato (ovviamente) a vedere ... a me piace molto Paolo Villaggio, per tantissimi motivi, alcuni molto profondi e molto privati che credo non riuscirei mai a spiegare ... e non e' solo per il mito Fantozzi ... o per il Dottor Kranz o per Giandomenico Fracchia ... una delle cose che mi hanno colpito di più dei libri di Fantozzi (eh si, non solo ho visto e rivisto all'infinito tutti i film, ma ho letto anche i libri !) l'ho trovata nelle introduzioni ... e cioè che Fantozzi è un personaggio che identifica quel momento della vita dove tutti prima o poi passano, chi è più fortunato per pochissimo, chi è meno fortunato ci resta tutta la vita, ed è il momento in cui si è sotto padrone, anche metaforicamente ... quando poi mi sono documentato sulla vita di Paolo Villaggio ascoltando e leggendo sue storie autobiografiche, ho scoperto che io e lui abbiamo una cosa clamorosa in comune ... entrambi abbiamo preso ispirazione per la nostra comicità dai nostri papà ... (ovviamente non mi permetto assolutamente di paragonare la mia comicità a quella di Paolo Villaggio, mi riferisco ai rispettivi valori assoluti, il suo un miliardo ed il mio zero virgola uno !) ... la cosa si complica un pò però quando rifletto sul fatto che oltre che alla fonte d'ispirazione primaria del mio papà, io ho poi saccheggiato ampiamente il repertorio e lo stile di Paolo Villaggio stesso ... queste relazioni incrociate mi fanno venire in mente il concetto di strano anello o di gerarchie aggrovigliate (o di autoreferenza !), molto cari all'autore del libro che sto (ri)leggendo per l'ennesima volta (anche se questa volta forse finalmente lo sto capendo appieno !) ... il libro si chiama "Godel, Escher e Bach, una Eterna Ghirlanda Brillante", di Douglas Hofstadter ... è molto difficile dire di cosa parla il libro, ci sono moltissimi livelli diversi di lettura ... in pratica è un saggio divulgativo a favore dell'intelligenza artificiale e di come una macchina possa riuscire a simulare un cervello umano ... pero' per arrivare a dimostrare il punto, l'autore si serve di moltissimi esempi e di moltissimi argomenti apparentementi diversi, che però gli servono per riuscire a formulare una definizione pratica dell'intelligenza ... ora un punto molto curioso è che tutte le volte che partendo da tutti questi temi diversi si arriva appunto in modi diversi a cercare di definire l'intelligenza, si ha sempre a che fare con uno strano anello o una gerarchia aggrovigliata o con l'autoreferenza ... ciò è già chiaro (per l'autore !) dal titolo ... nei disegni di Escher ad esempio si segue una linea geometrica che sta sotto e improvvisamente ci si trova sopra oppure si seguono le figure scure e poi ci si rende conto che in realtà le figure sono quelle chiare ... nelle fughe di Bach talvolta si segue un tema che partendo da una nota inizia ad 'ascendere' ed improvvisamente ci si trova alla nota di partenza ... e il teorema di Godel nell'ambito della logica matematica ci mostra un modo tramite cui un sistema formale parla di se stesso e soprattutto dice di se stesso che non e' completo, cioe' che nel sistema stesso esistono verità che però non possono essere dimostrate all'interno del sistema stesso ... ora quando io penso che mio padre mi ha influenzato nel mio modo di essere comico così come il papà di Paolo Villaggio ha influenzato lui, ma Paolo Villaggio ha a sua volta ha influenzato me, quindi anche il papà di Paolo Villaggio in parte ha influenzato me ... questo mi sembra proprio uno strano anello o una gerarchia aggrovigliata ... dove il predicato e l'oggetto si confondono e si scambiano le parti ... dove l'interno e l'esterno di una cosa o di un concetto si confondono ... dove verità e falsità sembrano la stessa cosa, come il famoso paradosso di Epimenide, volgarmente detto il paradosso del mentitore, "questa frase e' falsa" ... in realtà il cretese Epimenide pare che nel VI sec A.C. abbia detto "tutti i cretesi sono bugiardi" ... però se ci si riflette un attimo, i due enunciati sono equivalenti (oltre che autoreferenziali ... ) e mettono in luce lo stesso paradosso ... ecco ... un punto fondamentale, nel libro, per arrivare ad una defizione operativa di intelligenza e' chiedersi quando è che due cose sono la stessa cosa ... forse io e Paolo Villaggio siamo la stessa cosa ... ? ...

sabato 3 gennaio 2009

Abelardo ed Eloisa ... e Facebook


Avevo promesso a me stesso di scrivere almeno un post al mese ... e ovviamente non ci sono riuscito ... qualcuno (Miss Finger, la storia del ponte a Madrid, se qualcuno l'ha letta) mi ha detto che Facebook avrebbe limitato il tempo che avrei dedicato al blog ... probabilmente e' vero, da quando sono su Facebook, se ho qualche minuto libero, ci passo volentieri ... ovviamente un post non riesco a scriverlo in qualche minuto, pero' ci penso sempre ... ed ora approfitto di questi ultimi scampoli di ferie natalizie (a proposito, buon anno ...) ed approfitto anche di Facebook, che dopo avermi regalato una magnifica cena pre-natalizia con i miei vecchi compagni delle elementari (uno spettacolo, con tanto di super8 riversato in dvd con le riprese di quando siamo andati in gita alla fattoria ...) mi ha fatto tornare in contatto con una mia compagna del liceo, Silvia, che a parte essere stata la mia prima preferita in prima liceo, ha avuto anche il grande onore di recitare come protagonista al mio fianco :-) nella nostra mitica versione liceale della storia di Abelardo ed Eloisa (qui) ... mi ricordo che proprio un pomeriggio a casa di Silvia eravamo tutti riuniti noi sei del gruppo di lavoro e dovevamo decidere come assegnare i ruoli ... avevamo selezionato apposta sei personaggi ... tre per i maschietti: Abelardo, Fulberto ed il servo che poi evira Abelardo ... tre per le femminucce: Eloisa, una ragazza dei nostri tempi narratrice della storia ed una suora compagna di monastero di Eloisa ... facemmo dei bigliettini e ovviamente si era tutti in trepida attesa dell'esito dell'estrazione, essendo i due ruoli dei protagonisti quelli piu' ambiti ... io fui scelto dal destino come Abelardo e Silvia come Eloisa ... mi ricordo che dovevo andare in scena con calzamaglia e una specie di gonnellino ... a piedi nudi ... per tenere su un lenzuolo che separava la scena dalla parte dove ci cambiavamo o aspettavamo il nostro turno, c'era un attaccapanni con i tre piedini ... ed io ogni volta che entravo in scena, scalzo, lasciavo un pezzetto del mio mignoletto su uno dei piedi dell'attaccapanni ... avevo anche composto una parte della colonna sonora sulla mia tastiera, il momento in cui il servo mandato da Fulberto arriva di notte ad evirare Abelardo che dorme ... il servo lo faceva Luchetto, piccolo piccolo e simpaticissimo, dotato di quelle forbici giganti da giardiniere per potare le siepi ... mi ricordo che il patto era che lui doveva solo appoggiare le forbicione 'li' e poi io avrei urlato a squarcia gola, pero' per rendere l'urlo piu' reale. Luchetto faceva sempre molto piu' sul serio ... avevo gia' parlato di questa recita qualche post fa, a proposito della mia vena 'artistica' ... Silvia, al contrario di me, che questa vena l'ho lasciata silente ed inespressa, l'ha messa in pratica e si e' poi dedicata a tempo pieno al teatro ...