mercoledì 19 novembre 2008

Gilles


È da molto tempo che non scrivo sul blog … in realtà è circa un mese, del resto un blog non è come FB :-) , però a me sembra una vita … sarà perché dentro la testa sto sempre a scrivere ! mentre pensavo a quello che volevo proprio scrivere, avevo già rivisto nella testa tutta la storia della mia passione per la formula uno, di quanto ero piccolo, tra gli anni ’70 e ’80 … a quei tempi c’era la Tyrrel con 6 ruote e del Gran Premio si vedeva la partenza e poi gli ultimi giri ed io ero uno dei pochi, anche se avevo 7 o 8 anni, a vederlo tutto, giro dopo giro … tifavo per tutti i piloti indistintamente, perché me se eri un pilota di F1 eri degno del mio tifo, anche se eri il povero Riccardo Paletti che correva con l’Osella e partiva sempre ventiseiesimo in ultima fila … ed una volta l’ho visto partire e andare ad infilarsi sotto la macchina che era in prima fila e che non era partita, e Paletti e morto cosi, a Montreal … avevo ovviamente delle preferenze, mi ero appassionato alla storia della F1, dal primo mondiale del 1950, e mi ero comprato l’enciclopedia di tutte le stagioni passate, data a fascicoli con AutoSprint, che usciva tutti i martedì … e avevo conosciuto Fangio e Ascari … Moss e Jack Brabham … Jack era il mio idolo e quando scoprii che poi aveva fondato la scuderia Brabham, divenni un grande fan della Brabham … la Brabham di Nelson Piquet, grande pilota che tutte le volte che Ezio Zermiani lo intervistava dentro l’abitacolo sulla griglia di partenza, trovava il modo di fare delle battute fantastiche … una volta Zermiani chiese “Nelson, come ce l’hai le gomme, dure, oggi ?” e lui “si si duro, ce l’ho sempre duro” … :-) … poi un giorno ho visto un ragazzino con un faccia spaurita che non correva … volava … e di quel ragazzino si innamorò anche Ezio Ferrari .. era Gilles Villeneuve, l’Aviatore (qui) … e da quando l’ho visto, non ho avuto occhi che per lui … Gilles era quello che per me doveva essere un pilota di F1, andava sempre al massimo, sempre e comunque, non contava arrivare da secondo a ultimo, contava solo riuscire ad arrivare primo … faceva degli incidenti spettacolari, perché cercava di passare dove fisicamente talvolta non era possibile passare … Gilles era quello di cui si raccontava che a Montecarlo riuscisse a staccare dei bastoncini messi sui guard-rail passandoci a pochi millimetri … non era incosciente, era un vero pilota … e a quei tempi era anche il mio modello di uomo, che doveva raggiungere un obiettivo e dava tutto se stesso per raggiungerlo, senza compromessi … certo, per questo e’ morto, perché Ferrari gli aveva chiesto il sacrificio di sviluppare il turbo Ferrari (che duelli con il turbo Renault di quei tempi … Digione ovviamente e’ il più famoso, però io ricordo una gara, che a quei tempi erano di 80 giri e 3 ore, che lui fece in testa dal primo all’ultimo giro, con cinque macchine incollate dietro, più veloci con l’aspirato, ma nessuno riuscì a passarlo) e nel 1982 la macchina finalmente andava e doveva essere il suo anno … però al GP di Imola la scuderia lo fece rallentare per favorire Pironi e lui ci rimase male … il GP dopo, in Belgio, fin dalle prove iniziò a spingere al massimo, per dimostrare che lui era il migliore, e durante le prove ci fu l’incidente con Jochen Mass, credo, che si spostò per farlo passare proprio dal lato dove Gilles invece aveva deciso di passare comunque … non so se l’avete visto, però quando l’ho visto io (avevo appena compiuto 12 anni) mi sembrò una cosa irreale … pochi secondi che sembravano durare ore … Gilles che vola fuori dalla macchina e va posarsi lievemente sulla rete di recinzione … era l’8 maggio del 1982 … e l’8 maggio è anche il giorno che è nato mio figlio tanti anni dopo :-) … ricordo che AutoSprint chiese a tutti i lettori di scrivere qualcosa per Gilles e poi pubblicò un volumetto con tutte le frasi/poesie che tutti i fan avevano voluto mandare (e un disco 45 giri con la voce di Gilles) … e in quel libricino lessi la cosa più bella (è più vera) che si poteva dire di Gilles … era un pensiero di un papà che voleva consolare suo figlio, grande appassionato di Gilles … e diceva “se tutti i piloti di F1 del passato e del presente potessero fare un giro, a parità di macchina e di circuito, Gilles sarebbe il più veloce di tutti in assoluto, e chi pensa o crede il contrario è un bugiardo” … mi ricordo che vedevo sempre Gilles con suo figlio Jaques, piccolino, sulle ginocchia mentre era seduto dentro l’abitacolo della sua Ferrari numero 27 … e sono sicuro che a Jaques non gliene è mai importato un granchè della F1, ma che e’ venuto semplicemente a vincere il mondiale che il suo papà non era mai riuscito a vincere … ecco ora sono seduto in attesa dell’imbarco in aeroporto e tutti mi guardano strano, scrivo al PC e piano piano mi scende qualche lacrimuccia sul viso :-) … ma non ci posso fare niente, Gilles è sempre con me e tutte le volte che ci penso mi manca …

lunedì 3 novembre 2008

il vero Rotolo !


ultimamente poco tempo per scrivere sul blog ... approfitto al volo della grande idea di Fabiana, che ha scattato la foto in tempo reale, per farvi vedere il VERO Rotolo con il VERO biglietto Attore Sema ... a breve, forse, ci sarè un'altra sorpresa, un'altra bella foto ... IVANO FOR EVER !

martedì 21 ottobre 2008

i miei nonni


Il mio nonno paterno era una forza …veniva a prenderci a scuola, a me e mia sorella, alle elementari e ci portava a casa per cucinarci il pranzo di pesce … una volta però è venuto a prenderci senza dirlo ai nostri genitori … quando l’abbiamo visto nonno ! nonno ! e le suore non si sono preoccupate … poi sono arrivati i miei a scuola a prenderci e noi non c’eravamo … quei pochi minuti che ci sono voluti per chiarire l’equivoco, sono stati un inferno per loro ! … mi raccontano che mio nonno sia passato con la sua ford ad un passaggio a livello mentre stava per chiudersi e il treno gli ha staccato i fanali posteriori … mi raccontano anche che quando mia mamma era incinta di me, mio nonno trasportava dei valori ed è stato rapinato, da due individui che gli hanno dato una botta in testa … pare poi che questi tipi siano stati visti in un bar, solo che mio nonno li aveva descritti come “uno basso col maglione rosso ed uno alto con maglione bianco” e invece erano uno basso col maglione bianco e uno alto col maglione rosso … non ho mai capito se e’ stata la botta in testa che ha confuso mio nonno o se invece quarant’anni fa bastava poco per farla franca ! … una volta eravamo tutti a casa di mio nonno, domenica sera, mio nonno stava seduto davanti alla televisione mentre comunicavano la colonna vincente totocalcio … mio nonno faceva la schedina con il dado, un piccolo dado con 1-X-2 sulle facce, cosi piccolo che tutte le volte che ruzzolando cadeva dal tavolo, si incastrava sempre sotto alle scarpe di qualcuno e non si trovava mai … era la schedina che quando andavi a giocarla ci attaccavano sopra quella specie di bolli, poi col righello la tagliavano e ti davano la tua copia … insomma mio nonno controlla la schedina e man mano che dicono i segni, solleva sempre di più il sedere dalla sedia … alla fine si alza di scatto, la sedia cade sul pavimento e gli occhiali gli volano dalla faccia … “tredici ! ho fatto tredici !” strillava e correva per la casa … e tutti noi, moglie, figli, nuore, nipoti, a correre dietro a lui … in pochi minuti eravamo tutti euforici … poi ristabiliamo la calma, torniamo al tavolo e controlliamo la schedina … 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10 … no, questo e’ sbagliato, hai messo male nonno … 11,12 … è 12 nonno, hai fatto 12 … silenzio … “dodici ! ho fatto dodici !” e via di nuovo tutti a correre dietro a lui per la casa … ma si, anche il dodici va bene, adesso che dicono le quote vedrai che bel dodici … poi di nuovo ristabiliamo la calma e qualcuno riprende in mano la schedina, cosi per sicurezza, un altro controllo, non si sa mai … 1,2,3,4,5,6,7 … no, qui non e’ X e’ 2 … nonno, hai fatto 11 … alla fine l’abbiamo ricontrollata seriamente, ed in realtà la schedina aveva fatto 8 … però è stato un pomeriggio indimenticabile … la mia nonna materna era la mia ascoltatrice preferita … quando andavo a trovarla stava sempre lì, seduta al tavolo della cucina, con la matita in una mano, per la Settimana Enigmistica, ed una sigaretta nell’altra, entravo e mi diceva “che mi conti?” e io potevo parlare di tutto e lei mi ascoltava … le piaceva anche che le raccontavo le barzellette ed ogni volta gliene raccontavo di nuove … a casa di mia nonna ho avuto per la prima tra la mani un racconto di Rex Stout su Nero Wolfe, ora ho praticamente tutta la collezione, e ringrazio sempre mia nonna, grande lettrice di gialli, per avermelo fatto conoscere … quando ero piccolo, mia nonna prendeva l’autobus la domenica per venirmi a trovare e io mettevo una sedia presa dalla cucina nella mia cameretta e poi facevo il gran premio con tutte le mie macchinette e mia nonna si sedeva lì su quella sedia e guardava tutto il gran premio, dall’inizio alla fine … il mio nonno materno era un operaio, lavorava alla Breda, appassionato di boxe e ciclismo e tifoso della Roma, di cui parlavamo sempre … mi ricordo che quando andavo a trovarlo mia nonna era sempre lì in cucina ma lui spesso era al circolo a giocare a bocce, allora io uscivo ed andavo lì a piedi a vedere la partita … quando è rimasto vedovo, spesso andavo a trovarlo visto che stavo all’università dietro casa sua, per fagli il cambio della biancheria e portarlo a fare la spesa … quando camminavamo per strada, se sentiva dei passi di tacchi dietro di noi, mi faceva fermare, ci spostavamo di lato e facevamo passare la “signora” e lui si toglieva il cappello per salutare … preparava chili di ragù e tutte le volte che andavo mi faceva fermare a mangiare la pasta con lui … la mia nonna materna quando ero piccolo talvolta mi baciava sulla bocca, e a me non piaceva proprio ! … quando avevo poco più di un anno siamo andati insieme a visitare dei parenti in Svizzera e mi ha fatto fare indigestione di pasta e broccoli e poi visto che avevo l’intestino bloccato, insieme ad una sorella di mio nonno emigrata in Svizzera dalla Puglia, mi ha messo il sapone Scala come supposta per farmi andare di corpo … e visto che c’erano mi hanno fatto pure un clistere con il the … stavo sull’aereo con i miei, tornando dalla Svizzera a Roma, quando mi sono stappato è stata l’apocalisse … quando eravamo piccoli, tutti noi nipoti l’inverno avevamo le pantofole di lana fatte da nonna, di tutti i colori insieme, bellissime e caldissime … mia nonna è anche venuta a trovarmi in Texas, alla tenera età di 84 anni, si è fatta Roma-Chicago e poi Chicago-Austin, con i miei genitori … a Chicago erano in ritardo e dovevano sbrigarsi a raggiungere il gate per il volo successivo allora mio padre l’ha convinta a fare finta che non poteva camminare e si sono fatti accompagnare con la sedia a rotelle … e mia nonna non voleva perché lei camminava benissimo … ieri quando le stavamo dando l’ultimo saluto alla camera ardente, ho ripensato a questa scena e mi è venuto in mente il film Febbre da Cavallo, quando il Pomata convince la nonna far finta di essere morta per tenere buoni i creditori … e pensavo adesso mia nonna si alza a sedere come la nonna del Pomata e dice “basta co’ sti scherzi che portano pure male” … [ho scritto questo post ascoltando “Quando tocca a te” di Liga, la consiglio come sottofondo musicale alla lettura]

venerdì 17 ottobre 2008

la mia Olimpiade personale !

grazie Moni per avermi mandato questo giochino !

ecco le regole del gioco:

1. Tradurre il proprio nome collegandosi qui

2. Scrivete il vostro nome in italiano e copiate i caratteri cinesi che appariranno (se vedete dei piccoli cubetti, copiate quelli, vuol dire che non avete installati i caratteri cinesi). Incollateli poi qui dove dice "entre un nombre chino"

3. Scegliete lo scenario che più vi piace tra quelli proposti et .... volià! Il vostro nome tradotto in cinese!

4. Salvate l'immagine così la potrete inserire nel vostro blog (o dovunque vogliate). Il nome del post potete sceglierlo voi purchè sia attinente alle olimpiadi e comprenda le parole "Olimpiadi", "Olimpico", "Pechino"

5. Il regalo andrebbe assegnato a 5 blogs, uno per ogni anello delle olimpiadi


Pero' 5 blogs e' proprio dura trovarli:

*1* coke
*3* ...
*4* ...
*5* ...

no ... non ci riesco proprio !!!
ecco pero' il mio nome in cinese, con lo sfondo della fenice ...


martedì 7 ottobre 2008

Giullare, cantastorie o ... saltimbanco ?


C’è una poesia che ho incontrato all’epoca del liceo e che mi piace molto, è una di quelle che stanno nella lista delle mie poesie preferite, e forse proprio al primo posto … all’epoca mi colpì così tanto che ne feci anche la traduzione in inglese per metterla in musica … si, all’epoca ancora mi dilettavo con la mia tastiera, ho avuto anche diversi gruppi, qualcuno semi-serio come I Povertà, di cui ho già parlato, e i Flying Horses con mio cugino il Sola, qualcuno in cui provavamo a prenderci sul serio, come gli Shod, che era un duo tra me ed un mio omonimo chitarrista compagno di liceo, con il quale avevamo anche un gruppo più esteso, di cui ora non ricordo il nome, un gruppo con batteria, basso, insomma tutto quello che serviva, e chi si riuniva in sala presso uno studio musicale (ma perché il batterista la batteria non l’aveva :-) ) … con gli Shod abbiamo fatto un paio di pezzi che secondo me non hanno niente da invidiare a cose che sono arrivate in cima alla hit parade … ma più che suonarli a casa nostra o in un sottopassaggio della metro di Parigi durante una gita scolastica, non abbiamo fatto, quindi … tornando alla poesia, mi piace molto perché sembra scritta apposta per me:

Son forse un poeta?
No certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
"follia".
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
"malinconia".
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
"nostalgia"
Son dunque...che cosa?
Io metto una lente
davanti il mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia

Come tutte le cose che piacciono a me, ha diversi livelli di lettura … già qualcosa che ha a che fare con una ricerca di tipo esistenziale, cattura la mia attenzione e la mia curiosità … e poi secondo me centra una delle sensazioni che ho sempre avuto e che credo sia anche confermata a livello diciamo “ufficiale”, e cioè che le persone che riescono a far ridere gli altri sono persone che hanno una sensibilità particolare per il lato meno allegro e più malinconico della vita … ho letto da qualche parte che molte delle biografie di grandi personaggi comici (Stan Laurel & Oliver Hardy, Charlie Chaplin …) portano alla luce dei momenti di vita non proprio allegri e felici … oseri citare qui anche Fantozzi, che alla fine io adoro e mi fa morire da ridere, ma perchè mi identifico con la sua sfortuna cosmica che fa sempre andare tutto contro di lui … e poi la poesia parla di poeta e musico ed io mi sono da sempre dilettato con queste passioni, con risultati diversi onestamente, credo di saper decisamente scrivere meglio di quanto riesca a fare musica … però quando al liceo abbiamo portato in scena un recita tratta dall’epistolario di Abelardo ed Eloisa, una parte della colonna sonora della recita l’ho composta io sulla mia tastiera … io ero ovviamente Abelardo, abbiamo fatto ad estrazione, ed ovviamente Eloisa era quella che all’epoca era per me la più bella della classe, e la scena per cui ho composto il motivo di sottofondo è quella in cui un servo pagato da Fulberto, lo zio di Eloisa, viene di notte ad evirarmi … ho tralasciato ovviamente di sottolineare che la poesia parla anche di pittore, dato che a disegnare e colorare sono proprio negato … ma insomma non è che posso essere bravo in tutto … infine, un’altra immagine che mi evoca questa poesia e per cui mi è molto cara è quella del menestrello o cantastorie (o giullare ...), quello di una volta, quelle che girava per le corti o per le campagne a raccontare storie per intrattenere regnanti e contadini … io adoro raccontare storie, crearle, modificarle, ne ho tante e ne creo sempre di nuove … l’altra sera mio figlio per gioco si è messo a prendere tutti i romanzi che abbiamo nella libreria, che fanno parte della collezione uscita qualche anno fa con il quotidiano La Repubblica, ed ognuno che prendeva mi diceva “papà mi leggi la storia ?” … ovviamente erano tutte storie che lui avrebbe trovato noiose, quindi prendevo il libro, lo aprivo, sfogliavo le pagine e facevo finta di leggere mentre mi inventavo una storia … e siamo andati avanti così per tre o quattro volumi, fino a quando non era pronta la cena … ad esempio la storia di Johnny (il libro era “Il partigiano Johnny” di Beppe Fenoglio :-) perche’ i titoli li leggevo seriamente !) che deve portare il suo elefantino all’albero magico, e l’albero magico fa sparire l’elefantino, allora Johnny ha paura ma si fa coraggio e va a vedere cosa c’è dietro l’albero magico e in realtà l’elefantino non e’ scomparso ma è solo nascosto perché voleva giocare a nascondino … a me piace raccontare storie, di tutti i tipi e mi piace molto far sorridere gli altri, nonostante magari sorrida poco io … per questo penso che l’autore della poesia l’abbia scritta per me … a proposito, l’autore e’ Aldo Palazzeschi, credo il titolo sia “Chi sono?” e che sia parte di una raccolta del 1909 … se volete, vi consiglio anche il sottofondo musicale da abbinare alla poesia, “Venderò” di Edoardo Bennato …

martedì 23 settembre 2008

Spring Training e il Rotolo di Nutella


L’altra sera io e Foffo, mentre tornavamo a casa verso le sette e mezzo, avevamo un po’ freddo … e poi i lampioni a quell’ora già illuminavano le strade … è finita l’estate … è arrivato il freddo … per la soddisfazione di tutti quelli che nelle ultime settimane si sono lamentati che faceva troppo caldo, che non si respira, che non si riesce a dormire la notte … a me piace il caldo, sto benissimo quando fa tanto caldo … infatti il Texas era il mio paradiso climatico ... e mi piace la luce del sole … mi ricordo quando andavo al liceo ero in una sezione sperimentale e ciò comportava che facessimo dei rientri pomeridiani per fare delle lezioni speciali … e quando uscivamo alle quattro e mezzo ed era già buio presto, mi veniva la tristezza e avevo la sensazione che ormai la giornata era finita … e quando arriva il freddo e arriva l’autunno, mancano pure solo poche partite alla fine del campionato di baseball, che significa che per me mancano pochi giorni all’inizio del mio inverno … il baseball va in letargo da ottobre a marzo, non si gioca d’inverno … e durante tutti questi giorni, gli appassionati di baseball aspettano Spring Training, che è il giorno in cui si radunano delle squadre per iniziare la preparazione per la nuova stagione … il baseball e’ uno sport buono, lo sa che siamo tutti tristi e malinconici e quindi Spring Training arriva verso la seconda metà di Febbraio, anticipando un po’ i tempi :-) … in realtà il primo evento si chiama “Pitcher & Catcher”, perché i lanciatori ed i ricevitori si radunano qualche giorno prima rispetto al resto dei giocatori … ci sono dei siti dedicati a questo evento, come del resto ormai c’è un sito praticamente per ogni cosa, e su uno di questi (qui) c’è riportata una frase bellissima, che fa proprio al caso mio: "People ask me what I do in winter when there's no baseball. I'll tell you what I do. I stare out the window and wait for spring [Rogers Hornsby]" … per fortuna, quando finisce l’estate e arriva il freddo e arriva l’autunno, arriva pure il Rotolo di Nutella da Ivano, la meravigliosa trattoria che sta a Ponte Galeria, proprio sotto il ponte, accanto alla stazione, dove andiamo a mangiare tutti i giorni dall'ufficio … Ivano e’ uno dei motivi più seri per avere la forza di venire a lavoro tutti i giorni, e il Rotolo (pan di spagna e nutella) è il modo più bello per far passare le lunghe giornate fredde che mancano fino a primavera … se vi capita, andate da Ivano, e se volete rischiare dite che vi manda l’Attore Sema … e’ una vecchia storia, di quando sono andato a finire sul programma Primo Figlio sul canale Fox Life di SKY … di solito il rotolo mi arriva con un cartellino fissato sopra, con uno stuzzicadenti, in cui c’è scritto appunto Attore Sema … piano piano pure il prossimo Spring Traning arriverà, con un po’ di pazienza e un bel po’ di fette di Rotolo …

martedì 9 settembre 2008

la storia dei limoni - un omaggio


quando ero piccolo capitava talvolta che andassi a passare qualche giorno a casa di qualche nonno … ho detto quando ero piccolo per consolarmi del fatto che i ricordi ormai si fanno confusi, soprattutto non riesco bene a ricordare esattamente quando e’ successo quello che sto per raccontare … ero a casa della mia nonna paterna, e mio nonno mi sembra di non ricordarlo, quindi dovrebbe essere dopo il 1981 … sicuramente non dovrebbe essere più in là dell’84 o 85, visto che in età da liceo penso di aver smesso di andare l’estate dalla nonna :-) … però più di questo non riesco a fare ! … comunque mia nonna abita in un paese poco fuori Roma, ed aveva una vicina di casa, al piano di sopra, molto gentile … io stavo appunto passando qualche giorno da mia nonna, quando un giorno sentiamo suonare alla porta … mia nonna va ad aprire ed era la signora di sopra, che dice “sono andata al mercato a fare la spesa, ho visto dei limoni che erano proprio belli, e cosi ne ho presi due anche per te” e da dietro la schiena tira fuori un pacchettino con questi due limoni … allora mia nonna ma no, non ti devi disturbare, ma dai … e la signora ma si, ma dai, ma che vuoi che sia … alla fine baci e abbracci e io e mia nonna abbiamo portato i limoni in cucina … il giorno dopo, mia nonna mi dice “dai usciamo andiamo al mercato a fare la spesa” e mentre siamo al mercato mia nonna, tra le altre cose, prende anche dei limoni bellissimi … torniamo a casa e mia nonna mi porta al piano di sopra, a suonare alla vicina … “ero al mercato a fare la spesa e ho visto questi limoni che erano bellissimi, allora ne ho presi quattro anche per te” … e la vicina ma no, ma dai, ma non dovevi … e mia nonna ma su, ma che vuoi che sia, sei sempre cosi gentile … e alla fine siamo scesi di sotto a casa di mia nonna e i quattro limoni sono rimasti su … il giorno dopo, primo pomeriggio, stavo sul letto a riposare quando suona il campanello … mia nonna va ad aprire ed io dietro … era la vicina … avrete già capito … “ero al mercato, c’erano questi limoni gialli, belli, allora mi sono detta ne prendo qualcuno in più” … e sono usciti da dietro la schiena sei limoni … il giorno dopo io sono tornato a Roma, a casa, ma penso che la cosa sia andata avanti per un po’ di tempo ancora ! … mi piace ricordare questa storia in questo momento, la vicina di mia nonna è sempre stata molto gentile ed affettuosa anche con me ed e’ riuscita a fare in tempo ad esserlo anche con mio figlio … grazie …

mercoledì 27 agosto 2008

La patatina col buco e il Baseball


Questa estate sono a stato al mare a Tortoreto, dove andiamo da due anni e dove ci troviamo benissimo (Playa Sirena) ed un giorno in spiaggia è successa una cosa che mi ha fatto pensare … mio figlio ha scoperto da un pò le patatine e le chiedeva sempre a merenda, dopo il bagno del pomeriggio … minuti passati davanti a questi espositori di mille tipi di patatine al bar dello stabilimento, perché ovviamente non si decideva mai … poi un giorno, mentre eravamo a giocare allo scivolo, prima della merenda, un altro bimbo si avvicina e gli offre una patatina dalla forma originale, cilindrica ma bucata all’interno … Filippo l’assaggia e gli piace molto, poi viene da me e mi fa “Papà voglio la patatina col buco” … allora vado al bar e cerco queste patatine e all’inizio rivedo i soliti espositori che conosco ormai a memoria ma niente … guardo meglio … ma niente … poi noto che sulla busta delle cipster (che conosco bene e che quindi non avevo considerato) c’è un disegno per me nuovo … ed ha proprio la patatina col buco ! sono le cipster ma con una nuova forma … le ho prese, Filippo è stato contento e dopo quel giorno ha quasi sempre voluto quelle (ogni tanto ha avuto qualche ricaduta su quelle di Hulk o di Hello Kitty, ma fa parte del gioco !) … però la cosa mi ha fatto pensare … forse se il bimbo non gliel’avesse offerta, non l’avremmo mai saputo che esisteva questo tipo di patatina … magari forse un giorno l’avremmo saputo lo stesso, certo, però la cosa che mi ha fatto riflettere è stato il fatto che talvolta scopriamo cose nella vita per puro caso e poi ci piacciono tantissimo e magari ci chiediamo cosa sarebbe successo se invece non le avessimo mai scoperte … e tutto questo mi ha fatto ricordare che io oggi ho la passione per il baseball e tutto è iniziato perché quando ero piccolo mia mamma mi raccontava che lei da giovane aveva visto qualche partita di baseball a Nettuno … sono passati tanti anni da quando lei mi ha raccontato questa cosa a quando io, per caso, trovandomi da quelle parti, me ne sono ricordato e sono andato a Nettuno a vedere una partita … mi è piaciuta ma non sapevo le regole, allora mi sono messo a studiare un po’ ma non è che ne abbia capito più di tanto, onestamente … poi, è passato ancora qualche anno e sono andato a lavorare e vivere in Texas, ad Austin … mi sono ricordato del baseball ed ero curioso di vedere una partita e magari finalmente capire qualcosa di più del gioco, ma ad Austin non c’è il baseball professionistico (c’è la Minor League a Round Rock, periferia nord di Austin, prima AA ed ora è diventata AAA, ed in seguito ci ho visto tante di quelle partite …) … allora mi sono fatto coraggio ed ho chiesto ad un collega americano se per caso era cosi gentile di accompagnarmi a vedere una partita di Major League … si chiamava Stuart … allora lui mi ha detto “si, certo ! dove vuoi andare, a Dallas o a Houston ?” … io non sapevo che dire, Houston e’ più vicina a Austin ma la strada è migliore per andare a Dallas (la highway 35, quella che va dal Messico al Canada, se avete presente quando Saetta McQueen parte con Mack per andare in California, per la gara di spareggio, ecco l’immagine della 35 tra Austin e Dallas e’ molto simile, 4 corsie per senso di marcia e prati sterminati ai lati e vedi scorrere i pali della luce) … quindi alla fine ho deciso per Dallas … c’erano dei colleghi italiani in trasferta quei giorni e siamo partiti in cinque, quattro italiani e Stuart e siamo andati a Dallas a vedere i Texas Rangers che ospitavano i Boston Red Sox (boxscore) … a Dallas giocano i Texas Rangers, American League, a Houston giocano gli Houston Astros, National League … l’impatto è stato devastante … a Nettuno, avevo visto la partita insieme a poche decine di persone e siccome avevo sentito raccontare che l’origine del baseball nella zona era dovuta ai Marines sbarcati durante la seconda guerra mondiale, mi guardavo intorno e mi sembrava che ogni persona di una certa età fosse stato un ragazzino alla fine degli anni ’40 e avesse ricevuto gomme americane e guantoni da baseball da un marine e per questo stava ora lì a vedere la partita … a Dallas quel giorno eravamo noi cinque più altri 45636 ed ovviamente anche il livello tecnico del gioco era di un altro pianeta … da quel giorno mi sono innamorato del baseball ed ovviamente dei Texas Rangers (sulla storia dei Rangers magari faro’ un altro post … comunque non hanno mai vinto le World Series, ovviamente …) ho studiato e capito le regole, visto milioni di partite in TV e tante altre dal vivo (una anche a San Francisco, il giorno dopo essermi messo insieme con mia moglie, lo stadio che da sulla baia e dove il fuori campo che finisce in mare lo chiamano splash hit) …ho letto molto sulla storia del baseball americano (una biografia di Babe Ruth meravigliosa ed un libro sui Brooklyn Dodgers degli anni ‘50, prima che si spostassero a Los Angeles dove giocano oggi ) ed oggi il baseball e’ il mio sport preferito !

lunedì 28 luglio 2008

Dall'altra parte del ponte



Qualche settimana fa ero a Madrid per lavoro, come ormai mi capita spesso negli ultimi 5 anni. E come al solito, c'e' stato spazio per una bella avventura ... non so se sono io che me le cerco se sono loro che cercano me, comunque ... abbiamo organizzato una bella cena ad un ristorante messicano (la mia cucina preferita) e poi, come da tradizione quando sei a Madrid, dopo cena devi proseguire la serata in almeno un bar, quindi ci siamo spostati tutti in questo locale a bere qualcosa ... io ero con un amico/collega italiano, Federico, e stavamo pensando di prendere un taxi e tornare in albergo non troppo tardi ... e' circa l'una e la maggior parte delle persone inizia ad andare via, una ragazza, Miss Finger (ovviamente e' il soprannome, io adoro dare soprannomi a tutti, il soprannome di Federico e' Dottò) ha bisogno anche lei di prendere un taxi, quindi noi tre decidiamo di uscire insieme e cercare un taxi insieme ... cercare e fermare un taxi per strada a Madrid e' molto facile, quindi non ci aspettiamo grandi problemi ... usciamo dal bar e ci
incamminiamo a naso nella direzione che dovrebbe portare alla strada principale, ed infatti dopo qualche minuto sbuchiamo a lato di una grande strada a scorrimento veloce, con due corsie per ogni senso di marcia e lo spartitraffico al centro ... sul lato dove siamo noi passano subito un paio di taxi, quindi ci apprestiamo a fare il classico cenno con la mano ... passa un taxi, ci guardiamo tipo lo fermo io lo fermi tu ma nessuno lo ferma ! sorridiamo e ognuno pensa vabbe' il prossimo lo fermo io ... passa il prossimo e ovviamente nessuno lo ferma ... nel frattempo, intanto che aspettiamo il prossimo taxi che già si vede in lontananza, noto che a pochi metri da noi c'e' un bellissimo ponte per consentire l'attraversamento pedonale, bello alto, che domina la strada ... e subito mi viene di voglia di salire per vedere il panorama da lassù ... noto anche che nell'altra direzione di marcia della strada ci sono dei cartelli che segnano la prossima uscita e la prossima uscita e' quella che porta alla via del nostro albergo, quindi l'idea di salire sul ponte ora ha anche una scusa ufficiale, fermare il taxi dell'altro lato della strada in modo che si trova già nella direzione giusta per portarci al nostro albergo ... espongo la mia idea agli altri e, sebbene un po' scettici (i taxi davanti a noi continuano a passare, ma dall'altro lato della strada il traffico e
praticamente inesistente) loro accettano ... andiamo quindi verso il ponte e iniziamo a salire ... in effetti da sopra la vista e' molto bella, con le luci della citta' e luci del traffico ... scendiamo dall'altra parte ma non ci troviamo direttamente sul bordo della strada, in realta' siamo dentro una specie di giardino pubblico accanto ad un parcheggio ... iniziamo a camminare costeggiando la strada per cercare di tornare di nuovo sul margine e fermare un taxi, ma alla strada non riusciamo ad arrivare ... arriviamo vicino alla strada proprio dove c'e' l'uscita che dovrebbe portare alla strada del nostro albergo, quindi li convinco a scavalcare il guard-rail e ad andare a piedi sulla rampa dell'uscita, cosi fermiamo direttamente il taxi sulla via che porta all'albergo ... sorpresa ! ... in realta' l'uscita non e' un uscita cosi come pensavo io, ma e' una rampa di accesso all'M-30, una autostrada che corre dentro Madrid ... quindi siamo a piedi sull'autostrada ! i miei due accompagni di avventura hanno due reazioni diverse, Fede e' tranquillo, cammina tenendosi in più possibile accostato a destra, ma e' tranquillo ... Miss Finger invece sorride ma sembra un sorriso preoccupato ... le macchine che passano ci suonano tutte, del resto non e' abituale vedere tre persone che camminano tranquillamente a margine della corsia di destra dell'autostrada ... io personalmente sono allegro, un evento fuori dall'ordinario ogni tanto ci vuole per spezzare la noia del quotidiano ! da una parte pero' mi sento in colpa perche' ho messo io gli altri in questa situazione, quindi cammino avanti a loro accelerando il passo, cercando di scorgere per prima la prossima uscita ... e dopo qualche minuto, non credo più di 10, finalmente arriviamo ad una uscita, quindi prendiamo la rampa a piedi e salutiamo l'autostrada M-30 ! appena sbucati sulla strada, c'e' un semaforo e dell'altro lato della strada un taxi fermo al semaforo ... gli facciamo cenno (tutti e tre !) e andiamo da lui, diamo l'indirizzo dell'albergo e poi gli diciamo che Miss Finger prosegue fino a casa ... e il taxi parte nella notte ... pochi minuti e si ferma davanti al nostro albergo, io e Fede scendiamo e Miss Finger prosegue verso casa ... mentre scendiamo le scalette che portano all'ingresso dell'albergo, penso che alla fine, in pochi minuti e' finito tutto, nonostante all'inizio sembrava qualcosa di eccitante ... e magari ora a posteriori in realta' non
sembra neanche granchè ... mi verrebbe voglia di tornare indietro, da solo, e salire sul ponte e stare un po' a vedere le macchine che passano ... ma sono già le due e domani c'e' l'ufficio ... [un ringraziamento speciale a Miss Finger per il disegno del ponte]

mercoledì 16 luglio 2008

FOFFO




foffo e' il soprannome che il mio amico coke (blog) ha dato al mio scooter. foffo perche' frena di piu' di quanto vada veloce :-) e' uno dei pochi 150 (a me veramente risulta l'unico, ma non ci capisco niente !) che hanno freni a disco sia davanti che dietro, ma in realta' non servono, tanto non corre ... per la cronaca e' un peugeot looxor 150 ... il mio amico coke ci ha messo un sacco di tempo a convincermi a farmi lo scooter e alla fine ce l'ha fatta ... dopo l'ennesimo venerdi in cui ci ho messo piu' di due ore e mezza per tornare a casa dall'ufficio in macchina, mi sono deciso ... era all'incirca il natale 2005.

mi sono iscritto alla motorizzazione e sono andato a fare la visita medica, poi sono andato a comprarmi lo scooter. a gennaio 2006 ero motorizzato, per la prima volta alle prese con le due ruote a 36 anni. il giorno che sono andato a prendere foffo, sono andato con la metro fino a san paolo e li mi aspettava il coke. siamo andati insieme dal concessionario e li e' iniziata l'avventura ... in dieci minuti mi sono comprato giacca da moto, casco, guanti, soprascarpe da pioggia, pantaloni da pioggia, mancava solo la voce fuori campo che diceva "Abbigliamento di Fantozzi ... pantaloni di lana ascellari ... stivaloni da sci modello prima guerra mondiale ..." !

poi la ragazza mi dice "esci pure fuori che il ragazzo ti fa vedere lo scooter e ti spiega le cose principali". allora io esco, col coke che tiene tutta l'attrezzatura, e il ragazzo in tuta da meccanico mi molla qualcosa come 12 chiavi, cioe' 4 tipi diversi in triplice copia, l'accensione, il bauletto, il serpentone, il bloccadisco, mette dentro la chiave nell'accensione, dice "cosi si accende, questi sono i fari, questo il clacson". poi fa "ciao e grazie" ... io resto li con 12 chiavi in mano e non ci capisco niente ... allora inizio a mettere un po' di chiavi in un portachiavi che avevo, il coke mi aiuta un po', poi decido che sistemo le chiavi a casa e decido di partire, mi metto giacca e casco e salgo su ... il coke sale in macchina e ci mettiamo d'accordo che ci vediamo al benzinaio in fondo alla discesa a destra ... metto in moto, accelero piano piano, scendo dal marciapiede e mi inserisco nel traffico ... mi sembra facile ... devo fare inversione a U al semaforo per andare in discesa, imposto la curva, apro il gas e praticamente arrivo talmente largo che quasi salgo sul marciapiede opposto ! inizio a temere che fare le curve sara' un'odissea ... ma il peggio deve ancora venire ... arrivo in fondo alla discesa, giro a destra ed entro nell'area del benzinaio ... il coke e' li, seduto nella sua macchina, abbassa il finestrino e si gode la scena ...

nonostante sia gennaio, io dentro al casco sudo paurosamente, tutta la visiera appannata, giro la chiave per aprire il vano sottosella, scendo e cerco di mettere il cavalletto ...

uno due tre e ... niente ... uno due tre e ... niente ... uno due tre e ... NIENTE !

il benzinaio si avvicina e fa "ao', ma e' tuo sto motorino ???" ...

il coke in macchina (non scende a dare una mano, bastardo !) si sta sentendo male dalle risate ... il casco e' pieno di sudore, con un ultimo moto di orgoglio mi impenno di nuovo (quanto c... pesa questa giacca da moto, penso) e uno due tre e ... NIENTEEEE !!!

il benzinaio ha pieta' di me, mi sposta e con un gesto lieve mi mette lo scooter sul cavalletto. il coke penso che sia vicino all'infarto, ha le lacrime agli occhi ... metto la benzina e ovviamente non riesco a mettere giu' lo scooter del cavalletto ... il coke dice sali su e dai la botta de panza ... io un altro po' sfondo il parabrezza col casco ma la botta de panza non funziona ... sinceramente a questo punto non mi ricordo bene, ma credo che sono sceso e l'ho messo giu' tenendo col piede fermo il cavalletto ... comunque poi ripartiamo e ci fermiamo sotto casa del coke, li vicino, e finalmente la tensione si spezza e mi faccio due risate pure io insieme a lui ...

poi alla fine riparto, ma arrivare al garage di casa e' veramente una odissea, le prime dieci curve che ho fatto tra viale marconi e la colombo, le ho fatte tutte quasi contromano, una sotto casa l'ho fatta TUTTA contro mano, pero' quando sono arrivato al garage, finalmente ho capito come gestire lo sterzo e l'accelerazione in curva !

la mattina dopo, per andare in ufficio, ovviamente non riuscivo a mettere giu' lo scooter dal cavalletto in garage, ho dovuto aspettare che scendesse un vicino, anche lui proprietario di scooter, e gli ho chiesto se per favore me lo scendeva lui ... :-)

per concludere in bellezza, quando esco dall'ufficio, nervosissimo per la paura della probabile lotta col cavalletto, ne combino una ancora migliore. con mia grande sorpresa, levo e metto lo scooter sul cavalletto due/tre volte tranquillamente, quindi mi rilasso e metto la chiave per l'accensione, giro e sento "sccccccccchhhh" ... rigiro la chiave indietro, spengendo il quadro, riaccendo, giro e "sccccccccccccchhh " ... cavolo, il primo giorno e gia' non parte, penso ! mi ritorna il nervosismo e mi metto seduto sul marciapiede ... poi mi ricordo che il mio scooter ha anche l'accensione a pedale, cerco di fare come ho visto fare in televisione e ovviamente per poco non mi fratturo la caviglia ... allora mi rassegno, quasi con le lacrime agli occhi, prendo il libretto dove ho scritto il numero verde dell'assistenza che ho gratuita per un anno, prendo il cellulare e inizio a fare il numero ...

poi ho l'illuminazione !

lo scooter non e' come la macchina, non si accende con la chiave ma con il pulsante dell'avviamento ! il rumore che sentivo (sccccccccccchh) era lo scatto dell'apertura del vano sottosella, che appunto si apre facendo girare la chiave dopo l'accensione del quadro ...

ARRGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGG !!!!!

pero' adesso che sono passati piu' di due anni, e che foffo ha quasi 16000 km e va una meraviglia, sono diventato abbastanza bravo ... talvolta quando passo (a 80, 90 non di piu' !) sulla roma-fiumicino, qualcuno per scherzo mi grida "vai valentino !!" ...

martedì 8 luglio 2008

Fare il papà, Bruce Springsteen ... e i Povertà


la varicella e' passata, e quindi il tempo libero e' diminuito, e quindi c'e' voluto un po' per mettere insieme questo post che avevo in mente ... fondamentalmente perche' si trattava di trascrivere un discorso fatto da Bruce Springsteen come introduzione al brano The River, contenuto sul famoso cofanetto, la raccolta Live che va dal 1975 al 1985 ... ho cercato e ricercato in rete, ma non sono riuscito a trovare una trascrizione di quel discorso, quindi alla fine l'ho fatta io ... quel discorso e' per me un bell'esempio di cosa significa essere papà, se mai e' possibile riuscire a descriverlo con un solo esempio ... una cosa che mi chiedo da quando sono papà e come hanno fatto i miei genitori a crescere me a mia sorella, che abbiamo un solo anno di differenza, lavorando tutti e due ... e non dico a crescere e basta, ma a crescere bene ... una delle prime cose che ho realizzato affrontando la paternità e' la riconoscenza e la gratitudine verso i miei genitori, per quello che hanno fatto e perche' l'hanno fatto senza aspettarsi nulla in cambio ... e ora che cerco di fare il massimo per crescere mio figlio nel modo migliore, facendo la guerra con i tempi della vita di oggi, che se non sei il primo ad entrare e l'ultimo ad uscire dall'ufficio o se magari rifiuti l'ennesima trasferta, sei il primo della lista della mobilità, mi rendo conto che non e' facile, che ci vuole tanta pazienza e tanta dedizione ... be', ecco la trascrizione:
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how are you doing out there tonight ? ... that's good ... that's good ...
this is ... when I was growing up ...
me and my dad, we use to go at it all the time, over almost anything ...
but I ... I use to have really long hair, laid down past my shoulders ...
at seventeen or eighteen ... oh man he used to hate it ...
and we got to where we fight so much that I,
that I spent a lot of time out of the house ...
and in the summertime it wasn't so bad,
because it was warm and friends were out ...
but in the winter, I remember staying downtown and get so cold ...
and when the winter was blowing I had this phone booth
that I used to stand in, and I used to call my girl,
like for hours at a time, just talking to her all night long ...
and finally I get my nerve up to go home ...
and I stand there in the driveway ...
and he'll be waiting for me in the kitchen ...
and I took my hair down on my collar and I'd walk in ...
and he call me back to sit down with him ...
and the first thing he'd always ask me was
what did I think I was doing with myself ...
and the worst part of that was I could never explain it to him ...
I remember I got in a motorcycle accident once,
and I was laid up in bed and he had a barber come in and ...
and cut my hair and ... and man ... I can remember telling him
that I hate him and that I would never ever forget him ...
and he used to tell me ... man, I can't wait the army gets you ...
when the army gets you, they're going to make a man out of you ...
they're gonna cut all your hair off ... and they'll make a man out of you ...
and this was in, I guess, '68 ...
and there was a lot of guys from the neighborhood going to Vietnam ...
I remember Germaine, my first pal, coming over my house with this marine uniform once,
saying that he was going and he didn't know where it was ...
and a lot of guys went and a lot of guys didn't come back ...
and the lucky who came back, weren't the same anymore ...
and I remember the day that I got my draft notice, I heard it from my folks ...
and three days before my phisical me and my friends went out and we stayed up all night ...
and we got on the bus to go that morning, man, we were all so scared ...
and I went ... and I failed !
I came home ... there's nothing to applaude about it !
I remember coming home after I've been going for three days ...
and walk in in the kitchen and my mother and father were sitting there ...
my dad said: where have you been ?
I said: I went to take my phisical ...
and he said: what happened ?
I said: they didn't take me ...
and he said: that's good ...
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questa storia e' bellissima, e mi piace molto sentirla e risentirla, e mi piace raccontarla nella mia personale versione in italiano ... e ovviamente adoro anche The River, come tantissime altre canzoni di Bruce Springsteen (probabilmente la mia preferita e' Racing in the streets) ... vorrei aggiungere alla fine due parole su chi ha avuto il merito di farmi conoscere il Boss, il mio amico Alessandro, figlio del gestore del bar all'interno del mio liceo ... per una estate in un campeggio di Tarquinia (credo l'estate 1988) abbiamo giocato lui ad insegnare a me a conoscere tutte le canzoni di Bruce Springsteen ed io ad insegnare a lui a conoscere tutte le canzoni degli U2 ... il gioco era difficilissimo, avevamo tutta la discografia su nastro, mettevamo un nastro a caso e dalle prime note della canzone bisogna indovinare il titolo esatto del pezzo ... e alla fine dell'estate le sapevamo tutte ... io, Alessandro e Sergio avevamo anche fondato un gruppo, i Povertà, io alla tastiera, Sergio alla chitarra e Sandro alla voce ... abbiamo registrato a casa mia un nastro con qualche pezzo demenziale, quello che ricordo meglio era il mitico Il Gigante Della Nutella, in cui c'e' anche in sottofondo la vocina di mio cugino il Sòla che fa il coro ... il testo era tutto improvvisato da Sandro ed era eccezionale ... un'altro pezzo era La Narrazione Del Toro Ciccione sempre con testo improvvisato ... quando Sandro e' partito per il militare io e Sergio ci siamo trovati a casa mia e gli abbiamo registrato un nastro con un po' di pezzi fatti da noi, tastiera e chitarra, che poi gli abbiamo messo in macchina quando l'abbiamo accompagnato all'aeroporto militare di Viterbo ... c'era Armonica Man che era bellissima, penso che sarebbe piaciuta pure al Boss ...

mercoledì 18 giugno 2008

Seinfeld




grazie alla varicella, sono riuscito ieri pomeriggio a rimettere nel lettore dvd, dopo secoli, uno dei dischi della mia collezione delle prime 4 stagioni di Seinfeld, una sitcom del canale americano NBC che ha esordito nel 1990 (vedete qui); era il mio programma televisivo preferito quando abitavo in Texas ... per la verita' era uno dei miei programmi preferiti, c'erano anche le partite di baseball, Third Rock from the Sun, e c'era RAI International, ma solo la domenica mattina per vedere la Roma, durante la settimana c'erano solo concerti di Toto Cutugno ... la sitcom e' ambientata a New York, Jerry Seinfeld e' il personaggio principale, che di mestiere fa l'attore comico, poi c'e' la sua ex-fidanzata-ora-amica Elaine, c'e' il suo migliore amico George Costanza, che fa l'agente immobiliare e poi c'e' il mitico Kramer, il vicino di casa, totalmente pazzo, che non si sa mai se lavora o meno ma ha sempre delle idee stranissime per creare un business che stavolta e' quello giusto ed entra ed esca da casa di Jerry come e quando vuole (Kramer mi ha sempre ricordato un mio cugino, che affetivamente chiamiamo il Sòla, e questo e anche un motivo per cui adoro Seinfeld ... affetto transitivo !) ... ho rivisto il primo disco del primo cofanetto, quello dedicato a 5 episodi della prima stagione; c'e' il primo episodio pilota, in cui Jerry non capisce i "segnali" delle donne; c'e' l'episodio in cui Jerry deve "rompere" con un amico e non sa come fare, se fosse una ragazza sarebbe piu' semplice, ma come si fa a "rompere" tra due uomini ?? c'e' l'episodio in cui Jerry va ad una festa di compleanno di una amica di Elaine e conosce una amica dell'amica, pero' non ha coraggio di chiedere a Elaine, sua ex, il numero dell'amica dell'amica ... alla fine, su consiglio di suo padre, Jerry convince George ad accompagnarlo all'ufficio dove lei lavora, visto che quell'indirizzo e' l'unica informazione che ha, e quando lei esce dall'ascensore fanno finta che erano li per caso ... tra l'altro la storia tra Jerry e Vanessa (cosi si chiama l'amica dell'amica) va avanti in altri episodi ma finisce per colpa di un weekend in Vermont in cui piove sempre e loro scoprono di non sapere cosa dirsi ... nell'episodio in cui Jerry conosce Vanessa, c'e' una scena bellissima dove Jerry gioca a scarabeo con la sua mamma e Kramer arriva a dar man forte alla signora, creando la parola "quone" ... quando Jerry protesta, Kramer spiega "serve il dizionario medico, e' un termine medico, e' un verbo, 'quonare' (to quone), quando un paziente e' grave, allora si 'quona' (you quone him) !" ... tra l'altro, proprio in queste ore il Sòla sta diventando papà di Edoardo, quindi quale miglior occasione per pensare a lui ! Auguri piccolo Sòla, ti aspettiamo tutti con ansia !!!

martedì 17 giugno 2008

alla fine .... inizio !

be', eccomi quà ... dopo tanto pensare, finalmente un po' di agire ! grazie alla mia amica Moni, che mi ha dato la spintarella finale :-) e grazie a Filippo, mio figlio, che mi ha passato la varicella e mi ha costretto a casa per piu' di una settimana !
ora insomma non avevo piu' scuse e quindi il blog l'ho creato.
ma il bello viene adesso, visto tutte le idee che ho in testa per farlo vivere di giorno in giorno.
per adesso, aggiungo un commento solo sul nome del blog, una citazione dal mio libro preferito, Siddharta di Herman Hesse; una citazione che racchiude secondo me molta molta saggezza e che mi piace pensare rappresenti un pochino anche me. ciao !